TRATTAMENTO BORSITE SAD
CON ONDE D’URTO RADIALI

Introduzione

Le sindromi dolorose di spalla, sono oggigiorno patologie di sempre più frequente riscontro, in entrambi i sessi, verosimilmente correlate al diverso stile di vita acquisito nell’era moderna. Per il loro trattamento vengono proposte diverse metodologie terapeutiche di interesse sia medico che riabilitativo.

Scopo di questo lavoro è di verificare l’utilità terapeutica delle onde d’urto radiali (che possono essere ricercate nei vari portali anche come r.E.V.A. Therapy: radial Extracorporeal Vibration Acustic Therapy o come r.E.S.W.T.: radial Extracorporeal Shock Wave Therapy) in tali problematiche.

Le onde d’urto radiali possono raggiungere una profondità d’azione che varia da 2 a 3 cm circa. Il meccanismo d’azione che queste sembrano avere sul dolore, essendo ancora oggetto di studio ed approfondimento scientifico, è ipotizzato in un effetto di controirritazione e di modulazione del dolore attraverso gli interneuroni GABAergici situati nelle corna posteriori del midollo spinale. L’effetto pressorio e vibratorio delle onde d’urto è efficace nel determinare una decontrattura e rilasciamento muscolare e sembra avere un’azione diretta sulla riduzione dell’ischemia locale e delle sostanze vaso-neuro attive locali, entrambi responsabili del dolore, favorendo una migliore perfusione sanguigna e linfatica dei tessuti trattati ed una neoangiogenesi locale.

Tutti questi meccanismi d’azione diretti ed indiretti delle onde d’urto sui tessuti irradiati sono responsabili dell’efficacia terapeutica immediata riscontrabile clinicamente che si esplica con la diminuzione della tensione muscolare e l’eliminazione del dolore, favorendo il precoce recupero funzionale della parte trattata.

Caso clinico

Giunge all’osservazione una donna di 36 anni, in abs, per la comparsa di dolore in sede antero-laterale di spalla sx, presente anche a riposo, comparso dopo una sessione di pesistica in palestra.

Per la valutazione del dolore prima del trattamento con onde d’urto ed il risultato conseguito alla fine del programma di sedute previsto è stata utilizzata la Scala Analogica Visiva (VAS) di Scott e Huskisson: la pz attribuisce valore 5 al dolore a riposo, 8 alla flessione e alla abduzione >30° attive, 6 alla elevazione e abduzione passive oltre >80°, intrarotazione non valutabile per impossibilità a mettere la mano dietro la schiena. La paziente presenta ecografia, datata qualche giorno prima, che mostra borsite SAD e versamento sul tendine del CLBB.

Materiale e metodo

E’ stata utilizzata un’apparecchiatura ad onde d’urto radiali (rESWT), Astar Impactis M+, che possiede pressione variabile tra 1.0 e 5.0 bar, frequenze comprese tra 1 e 25 Hz e sessioni fino a 10000 colpi in modalità continua; trasmettitori in acciaio ed in titanio (particolarmente indicato per le zone profonde) da 10 a 35 mm.

E’ stato utilizzato il seguente protocollo terapeutico per le diverse zone da trattare che prevedeva il trattamento della borsite e tendine del CLBB:

Borsite: applicazione a circonduzione con trasmettitore in titanio da 15 mm; intensità 1,5/2,5 bar; frequenza 10/15 Hz ad emissione costante; 2000 impulsi in accesso laterale con spinte attive in depressione di spalla da 5 secondi cadauna; 1 treno da 500 in accesso anteriore a braccio a riposo, dopodiché 1500 impulsi continuativi con braccio dietro la schiena (possibile con dolore 6 dopo i 2000 impulsi in accesso laterale, con dolore 4 dopo il primo treno da 500 in accesso anteriore).

Tendine del capo lungo del bicipite brachiale: applicazione a scorrimento con trasmettitore in acciaio 10mm; intensità 2,0/2,5 bar; frequenza 15/20 Hz ad emissione costante; numero impulsi 2000 a scorrimento sul decorso del tendine con braccio dietro la schiena, 2000 sul ventre muscolare con paziente supino e braccio in abduzione a 90° con gomito esteso.

Subito dopo, è stata sfruttata la parziale analgesia ottenuta per effettuare esercizio terapeutico con basso range articolare e stimolazione propriocettiva.

Dopo la prima seduta, la pz riferisce i seguenti valori della scala VAS: dolore 1 a riposo, 3 alla flessione e alla abduzione >100° attive, 1 alla elevazione e abduzione passive oltre >150°, 2 all’intrarotazione con mano dietro la schiena.

Sono state effettuate 3 sedute a frequenza settimanale, con la paziente in graduale miglioramento dopo ogni sessione fino a completa scomparsa della sintomatologia algica. L’ecografia, ripetuta poco dopo la seconda seduta, ha mostrato scomparsa dell’edema bursale e sostanziale riduzione del versamento a carico del CLBB. Alla pz sono stati consigliati degli esercizi di rinforzo e propriocettivi da svolgere autonomamente dopo la seconda seduta e di proseguirli fino a 15gg dalla fine del trattamento prima del ritorno in palestra, a cui saranno integrati. La stessa è stata invitata a controllo tra 30gg.

Risultati e considerazioni

Il risultato ottenuto sin dalla prima seduta sulla paziente trattata è stato di immediata e quasi completa risoluzione ed efficacia sulla sintomatologia, nonché di elevata tollerabilità e facile applicazione, al punto da affermare che l’utilizzo delle onde d’urto radiali nelle patologie dolorose di spalla apre nuovi orizzonti terapeutici utili in campo riabilitativo e non solo.
Pertanto, da ciò è scaturito che l’efficacia immediata di questa metodica sul dolore e l’impotenza funzionale permette la possibilità di attuare da subito strategie e tecniche di rieducazione funzionale utili e necessarie ad ottenere recuperi stabili e duraturi.

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